Dinastia Giulio-Claudia

Nerone

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L’imperatore Nerone sale al trono nel 54 d.C. grazie alla madre che organizza una congiura contro il marito Claudio.
Il giovane imperatore, non ancora diciassettenne, durante i suoi primi anni di governo viene seguito dal filosofo e senatore Seneca che vuole il potere condiviso da senato e principi. Tra i due c’è subito un’intesa.
Nel 59 d.C. Nerone fa uccidere la madre Agrippina dopo che quest’ultima ha preso le parti della moglie Ottavia contro Poppea, amante dell’imperatore.
Dopo ciò Nerone intraprende una politica autonoma emarginando Seneca e cercando l’appoggio della plebe tramite lo sperpero delle finanze dell’impero in nuovi giochi pubblici, nei quali si esibisce lui stesso.
Nerone si affida al prefetto del pretorio Tigellino e sotto la sua influenza compie una serie di delitti che creano forte scalpore, come l’assassinio della moglie Ottavia.
Nel 65 d.C., sventata la cosiddetta congiura dei Pisoni, una trama ordita per spodestare Nerone, questo inizia una violenta repressione, facendo vittime illustri.
L’anno prima un incendio si scatena su Roma e in poco tempo brucia gran parte della città provocando numerosissimi morti. Cessata la catastrofe l’imperatore ricostruisce Roma con criteri innovativi e si prodiga per alleviare le sofferenze del popolo. Compie però un grave errore, che lo porterà ad essere criticato molto dai suoi contemporanei e posteri: stabilisce la sua enorme residenza privata, la Domus Aurea, sul Palatino. Si diffonde in breve tempo la diceria che sia stato lo stesso imperatore ad appiccare il fuoco per appropriarsi di quel territorio, ma Nerone riesce a sviare i sospetti accusando a sua volta i Cristiani e iniziando la prima persecuzione della storia.
Nonostante la memoria che si ha di lui, Nerone apporta grandi migliorie all’impero: promuove una riforma monetaria volta a migliorare, svalutando l'aureo, le possibilità di acquisto dei ceti più bassi; istituisce i primi piani regolatori della crescita edilizia di Roma; in politica estera, infine, riesce ad ottenere dal regno dei Parti il riconoscimento della sovranità romana sull’Armenia.
Nel 67 d.C. Nerone intraprende un viaggio in Grecia, che dà tempo ai suoi nemici di organizzare una congiura di palazzo. Al rientro in patria dell’imperatore le legioni si ribellano, i pretoriani defezionano, ed il senato lo dichiara nemico pubblico. Nerone si suicida lasciando l’impero nel caos. Ogni gruppo di potere elegge il proprio imperatore arrivando a quattro sfidanti che si scontrano in una guerra civile. A prevalere è Vespasiano.

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